Per chi guadagna con le affiliazioni Amazon, uno degli adempimenti burocratici che devono essere soddisfatti è quello relativo all’apertura della partita Iva. Tuttavia è necessario capire qual è il codice Ateco da usare, e cioè in quale attività si viene inquadrati.
Come noto, il sistema delle affiliazioni prevede che il soggetto affiliato proponga sul proprio sito dei link che portano a prodotti che non gli appartengono in modo da ottenere una commissione. Le cose si complicano per chi, magari, svolge l’attività di affiliato come secondo lavoro, e vuol tentare di comprendere se gli conviene aprire un regime forfettario.
Come funziona
Per chi svolge l’attività di affiliato in parallelo a un lavoro dipendente, è indispensabile l’apertura di una partita Iva in modo che possano essere dichiarati i ricavi che si ottengono dalle affiliazioni. Per la partita Iva si può ricorrere al regime forfettario, ma solo a condizione che non si rientri in nessuno dei motivi di esclusione previsti per questo regime.
Per quel che riguarda il codice Ateco, invece, non ci sono dubbi: è il 73.11.02, che riguarda la conduzione di campagne di marketing e l’offerta di servizi pubblicitari.
Il codice Ateco
All’interno di questo codice Ateco sono comprese la realizzazione di pubblicità postale, la promozione di prodotti, la consulenza sulla disposizione degli articoli nei punti vendita, la consegna di campioni, la distribuzione di materiale pubblicitario, la realizzazione di pubblicità aerea, la conduzione di campagne di marketing, la realizzazione di servizi pubblicitari che hanno lo scopo di conquistare e mantenere la fedeltà dei clienti e in generale la conduzione di campagne pubblicitarie, che consiste nella collocazione di pubblicità su Internet, in tv, in radio, sui periodici, sui giornali e su altri sistemi di comunicazione.
A tale codice Ateco è associato un coefficiente di redditività pari al 78%. In sostanza questo coefficiente deve essere applicato ai guadagni che si ottengono in modo da ricavare il reddito imponibile sul quale si possono calcolare i contributi e l’imposta da versare.
Gli adempimenti burocratici
Il consiglio è sempre quello di iscriversi a una piattaforma di affiliazione come Topaffiliation.com per ottenere tutto il supporto di cui si può aver bisogno. Ad ogni modo, per operare in modo regolare è necessario registrarsi alla Camera di Commercio e provvedere al versamento dei contributi alla Gestione Commercianti Inps, sulla base di uno schema di reddito fondato sulla moltiplicazione dei ricavi per il coefficiente del 78%.
Nel caso di un reddito non superiore a 15.953 euro, è necessario versare contributi fissi pari a 3.850 euro; nel caso di un reddito superiore a 15.953 euro, è necessario versare i contributi fissi e in più per il 24.09%. Visto che si rientra nella Gestione Commercianti Inps, comunque, è possibile richiedere la riduzione dei contributi che devono essere versati del 35%.
Contributi e imposte: tutto quello che c’è da sapere
Attenzione, però: nel caso in cui si svolga in parallelo un lavoro full time in qualità di dipendente, il versamento dei contributi non è dovuto. L’imposta sostitutiva che si applica è pari al 15%, e inoltre per i primi cinque anni di attività si può usufruire della riduzione al 5% secondo quanto previsto per i regimi forfettari.
I redditi che si ottengono attraverso la partita Iva forfettaria non vanno ad accumularsi con i redditi che si ottengono dal lavoro in qualità di dipendente, nel senso che sono sottoposti a una tassazione differente. Per non correre rischi a questo proposito, comunque, può essere utile rivolgersi a un professionista del settore, come per esempio un commercialista, per ottenere tutte le risposte del caso e tutti gli approfondimenti ritenuti necessari.