Cookie di terze parti: perché Google li vuole eliminare?

Sembra proprio che Google voglia dare vita a un nuovo mondo cookieless, attraverso una soluzione finalizzata a eliminare i cookie di terze parti allo scopo di confortare i professionisti del settore advertising e in generale tutti gli utenti.  

Quel che è certo è che la questione dei cookie sta diventando sempre più importante, e la sua rilevanza è destinata a crescere in vista del prossimo anno. Ma a questo punto vale la pena di fare un piccolo passo indietro e capire, prima di tutto, che cosa sono i cookie.

Cookie: che cosa sono e a che cosa servono

I cookie possono essere definiti come delle stringhe di testo che si vanno ad aggiungere ai browser web di coloro che visitano un sito web. Lo scopo è salvare informazioni a proposito degli utenti e delle azioni che esse compiono online, personalizzandole e tracciandole, in modo che la loro esperienza di navigazione in Rete possa essere personalizzata.

La gestione delle sessioni è una delle ragioni più importanti per le quali i cookie vengono impiegati. Grazie ai cookie, infatti, i siti web hanno la possibilità di identificare gli utenti e fare riferimento alle loro preferenze di accesso e in generale alle informazioni individuali.

Il tracciamento e la personalizzazione

Come noto, i prodotti e gli articoli di shopping che gli utenti visualizzano sono tracciati dai cookie, affinché essi possano poi essere consigliati in virtù di attività di remarketing sulle altre piattaforme. Per quel che riguarda la personalizzazione delle sessioni, invece, l’uso dei cookie è correlato alla creazione di pubblicità profilata.

Tuttavia, per quanto gli scopi dei cookie siano simili e le funzioni che vengono svolte siano le stesse, a distinguerle sono le modalità con le quali essi vengono raccolti e poi usati. Ecco perché si identificano i cookie di prima parte, cioè di proprietà, e i cookie di terze parti. Questi ultimi sono prodotti da domini differenti rispetto a quello del sito web che viene visitato dal singolo utente.

Nella maggior parte dei casi essi sono impiegati con finalità pubblicitarie, venendo inseriti con un tag o uno script nel sito web. Tutti i siti web che uploadano il codice del server di terze parti hanno la possibilità di accedere, appunto, a un cookie di terze parti. Essi vengono usati dalle aziende allo scopo di accrescere il coinvolgimento e per fare riferimento a una platea più vasta mediante i siti web.

Gli advertiser e i cookie di terze parti

I cookie di terze parti meritano di essere considerati un elemento molto importante sia per il marketing online in generale che dal punto di vista degli advertiser. Essi, infatti, favoriscono la costruzione dei profili degli utenti in funzione delle loro abitudini, così che sia possibile personalizzare i messaggi in funzione dei loro interessi.

 Lo scopo è quello di incrementare le probabilità di buon esito di una campagna. Il trattamento dei cookie di terze parti avviene su dati che sono anonimizzati, ma nonostante ciò non si può escludere del tutto la possibilità che in specifiche circostanze essi consentano comunque di identificare gli utenti, in modo particolare quando si tratta di geolocalizzazione o di compilare un form, o anche solo di accedere a un’area riservata.

Cookie di terze parti: ecco le conseguenze sugli utenti

Questo ha avuto una notevole influenza a livello di riservatezza per gli utenti, al punto che sia le istituzioni che l’opinione pubblica nel corso degli anni hanno preteso restrizioni in conseguenza delle quali sia Firefox che Safari hanno detto addio all’impiego dei cookie di terze parti. Un conto, però, è Firefox e un conto è Google, che copre la fetta più grande del mercato.

Infatti, è chiaro che per chi si affida al colosso di Mountain View per la creazione di campagne adv il pericolo è che l’evoluzione porti delle conseguenze non piacevoli. Gli addetti ai lavori si domandano se possano esserci degli strumenti diversi ma con lo stesso livello di efficacia.

Per Google ovviamente la risposta è affermativa, e la soluzione è stata individuata in The Privacy Sandbox, una piattaforma collaborativa che riguarda lo sviluppo di tecnologie di tracking nuove mediante Application Programming Interface, un programma che rende possibile il dialogo fra due applicazioni.