Erroneamente molti considerano l’attività dell’affiliato online, come pubblicità al gioco d’azzardo, che è stata recentemente vietata dal decreto Dignità ad opera di Luigi Di Maio.
Urge però fare una distinzione tra pubblicità e informazione.
La pubblicità, è quella “non organica” ossia quella che appare forzatamente in TV, sui giornali, in radio, o su internet sui media generalisti negli appositi spazi pubblicitari. Ossia che non targetizzano un pubblico fortemente interessato all’argomento, ma potrebbero targetizzare la massa.
L’informazione invece è contestualizzata nel caso in cui l’utente finale, esprime la volontà di ottenere maggiori informazioni su un dato argomento, come può essere quello del gioco legale.
Con il blocco della sponsorizzazione del gioco legale, l’utente finale si trova in un “limbo”, ossia non può più riuscire a distinguere l’offerta regolare da quella irregolare.
Come sappiamo, nel panorama Italiano ci sono sia i siti dotati di regolare concessione dell’Agenzia Dogane e Monopoli, che siti completamente privi di licenza.
Con lo stop alla pubblicità, questa differenza non è più riconosciuta dall’utente, anzi al contrario, con gli operatori illegali che continuano a pubblicizzarsi, in barba alle possibili sanzioni che possono scontare solo i concessionari, hanno aumentato a dismisura le loro acquisizioni, producendo un danno per tutti gli operatori che invece hanno seguito l’iter di certificazione.
L’informazione per tanto, ai sensi delle linee guida AGCOM sull’applicazione del Decreto, è stata esonerata dal divieto.
Raccomandiamo come sempre ai nostri affiliati, di tenere comportamenti di massima responsabilità e rispetto delle legislazioni vigenti, quindi di non usare CALL TO ACTION particolarmente aggressive, ed evitare imperativi accattivanti come: “REGISTRATI ORA”, “APRI UN CONTO”, “OTTIENI IL BONUS”.
Più adatte allo scopo, per reindirizzare i clienti alle landing pages dei concessionari, sono frasi del tipo: “PIU’ INFORMAZIONI QUI”, oppure “SCOPRI DI PIU'”, oppure “VISITA IL SITO”.